Di Notte sul confine a Nord

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  1. Keraynos
     
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    I miei occhi scrutavano l'oscuro orizzonte dinanzi a me. Una piccola distesa erbosa si agitava scossa ritmicamente dalla brezza notturna.
    Poi, quasi d'improvviso, verdeggianti fronde di alberi antichi a costituire una minuto boschetto, probabilmente ultimo reliquato di una più estesa foresta dei tempi remoti, che nessuno di certo poteva dire di aver visto con i propri occhi, nemmeno fra i più anziani abitanti della zona.
    Nonostante la distanza considerevole, potevo invero sentire lo scrosciare dei flutti del grande fiume chiamato Danuvius.
    Il mio sguardo si era posato sul suo maestoso letto e sulle sue profondissime e oscure acque per la prima volta soltanto pochi giorni prima, poiché mai mi ero diretto a Nord dell'Impero e mai avevo, dunque, potuto ammirare le meraviglie delle selvagge lande settentrionali.

    Dopo l'addestramento in seno alle forze armate ero stato infatti inviato presso la città di Silistra, un piccolo borgo al confine del Reame di Costantino.
    Di là dalla sponda del fiume poteva intravedersi il regno di coloro che vivono di notte, una terra di barbarie e violenza, entro cui si rifugiavano empie creature, lontane da Dio e dall'Ordine, solite proclamarsi discendenti del Traditore.
    Avevo letto tutto ciò che potevo in merito a quelle contrade prima di mettermi in viaggio ed avevo altresì portato con me alcuni manoscritti sino all'accampamento.

    In silenzio lasciavo che tali pensieri fluissero attraverso la mia mente, mentre attendevo ulteriori direttive da chi di dovere, dinanzi alla lignea porta Nord del campo.
    Ma ecco che la mia attenzione fu attirata dal giungere di Xenophanes; lenti passi nella notte si muovevano al di sopra del manto erboso.
    - Ancora qui, Keraynos ? - Esordì il mio compagno, che quella sera aveva il compito di fare da sentinella esterna alla porzione settentrionale dell'accampamento.
    Xenophanes era un brav'uomo, che avevo conosciuto durante il trasferimento a Silistra. Nella locanda della cittadina avevamo bevuto assieme ed egli mi aveva raccontato della sua famiglia lontana e della sua casa ad Efeso; della sua vita da pescatore, prima dell'arruolamento necessario per poter nutrire i suoi cinque figli.

    - Occorre essere capaci di attendere nella vita, amico mio. - Risposi mestamente io, lasciandomi andare ad un lieve sorriso di saluto. - Il tempo è prezioso per ottenere quante più informazioni possibili, soprattutto se devi inoltrarti entro un territorio come quello. - Con un accenno del capo feci intendere al mio interlocutore quello a cui mi riferivo. - Una parte di me desidera penetrare entro quella fitta oscurità, onde capire quali potenziali nemici minacciano il nostro Impero, ma sarei ipocrita se non ti confessassi che covo anche un sano timore. -

    - E' colpa di quei dannati libri ! - Esordì Xenophanes in tono canzonatorio, finendo per darmi una pacca sulla spalla. - Ti vedo, sai, maledetto filosofo camuffato da soldato ! Tutte le sere, quando non sei di guardia, passi ore ed ore a leggere e mi pare di capire che leggi di quelle contrade là, o forse sbaglio ? -
    Il mio compagno si mise a ridere prima di proseguire, probabilmente gustandosi la mia faccia stupita. In effetti non pensavo che qualcuno avesse potuto scorgermi mentre leggevo.
    - Vedi, ragazzo, io sarò pure un povero pescatore analfabeta, ma ho l'occhio lungo. Tu sei decisamente il fante più strano che abbia mai visto. Non dovremmo darci alla cultura noi. Siamo carne da macello che non dovrebbe pensare troppo. Altrimenti potremmo arrivare a decidere di non essere più d'accordo con chi ci obbliga a perire sotto nere frecce o a fil di lama, non credi ? -
    Effettivamente Xenophanes aveva ragione. Era proibito utilizzare libri per i soldati dei ranghi più inferiori, anche perché praticamente nessuno fra essi era in grado di farlo.
    Un guerriero acculturato poteva rivelarsi un'arma assai potente, ma altrettanto pericolosa.
    - Però tu sei diverso, Ispanico. - Quelle ultime parole della sentinella mi distolsero dalle mie riflessioni.
    - Tu sai leggere e scrivere evidentemente da parecchio tempo; la tua mente è affilata come la migliore delle lame. Credo che tu abbia dinanzi a te un futuro molto diverso da quello che toccherà a noi altri. Tuttavia in quei libri, oltre ad innumerevoli conoscenze, evidentemente ritrovi anche informazioni capaci di intimorire anche il cuore più risoluto. Penso sia molto dura averci a che fare, dico bene ? -

    Trascorse qualche istante di silenzio, durante i quali gli occhi di Xenophanes continuarono a sondare il mio viso, colmi di curiosità e,invero, in qualche modo divertiti.
    Dopodiché un'altra risata ruppe la quiete notturna ed una seconda pacca sulla spalla mi raggiunse.
    - Sarai pur un pescatore analfabeta, amico mio, - Ripresi dunque io con fare rispettoso. In qualche modo ammiravo quel mio compagno anziano giunto da Efeso, lo ammiravo davvero. - Ma la tua saggezza ed il tuo spirito d'osservazione ti precedono, questo è indubbio. Non so cosa il fato mi riserverà e, a dir la verità, ora come ora non avrebbe senso preoccuparsene. Ora sono un soldato Imperiale e probabilmente il meno importante di questo campo. Hai ragione comunque, la conoscenza prevede un prezzo da pagare. Tuttavia penso che un sano timore di ciò che non si conosce sia fondamentale; ti spinge al massimo della tue possibilità e ti obbliga a rimanere vigile ogni istante. In combattimento soprattutto. -
    Di nuovo Xenophanes sorrise al di sotto della propria barba bruna.
    - Si, come vedi non mi sbagliavo! Questo è il modo di pensare di un condottiero, non di un dannato fante di prima linea! -
    Provai a ribattere, poiché non pensavo di dover ricevere tali elogi, tuttavia il mio compagno m'interruppe sin da subito, accennando col capo alle mie spalle.
    - E se desideri divenirlo ora fa' silenzio; i tuoi ordini sono in arrivo ! -

    Mi voltai di scatto, mentre Xenophanes si allontanava, tornando alla sua ronda notturna. Due altri soldati stavano per raggiungermi, evidentemente mandati ad informarmi sul da farsi.
    Stavo per partire alla volta delle terre nere dinanzi a me. Il mio cuore ribolliva di paura e desiderio. La Notte non mi avrebbe fermato.
     
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    Febbraio 1994. (Per questioni di trama, questa role è ambientata due mesi prima della quest a cui partecipa il mio personaggio.)

    La notte è appena calata sul nostro regno e noi vampiri cominciamo ad uscire allo scoperto, lasciando il caldo delle nostre abitazioni: anche se ci troviamo nel secondo mese dell’anno, il tempo è stranamente “sereno” comunque, non che la cosa mi dispiaccia o mi crei problemi.
    Ogni tanto è sempre piacevole trovare serate più calde e, in questa particolare occasione, ho deciso di fare un passeggiata, approfittando così del tempo sereno. O meglio, decido di proseguire il mio cammino, dato che non mi trovo nella mia città natia.
    Lontana da Bucarest, partita per conoscere meglio il regno di noi esseri notturni, mi sono spinta fino alla riva del fiume Danuvius. Non so nemmeno io per quale motivo ho preso questa strada e questa decisione, forse è semplicemente questione di intuito. Certe persone affidano tutte le loro decisioni ad esso, mentre io.. Beh, dipende dalle circostanze.
    Dietro il fiume comunque, una foresta che potrebbe essere tranquillamente chiamata oscura, si estende in lontananza: le foglie degli alberi che la formano si muovono, mentre il loro fruscio si può sentire grazie al silenzio che il buio ha portato con se.
    Non ho molto da fare e nessuno con cui parlare: cos'altro ci si potrebbe aspettare in un orario del genere, in fondo? Potrei oltrepassare il confine ed esplorare i territori del regno confinante con il nostro ma.. Sinceramente, ora come ora non mi interessa. Non ho ancora i mezzi necessari per vivere così lontano da casa, ma non mancherà molto per raggiungere questo scopo.
    Mi siedo sotto un albero e sposto lo sguardo, facendo così alzare gli occhi al cielo: le stelle e la luna svolgono la funzione di illuminatori, ma offrono uno spettacolo a dir poco meraviglioso per chi sa coglierne la bellezza, ma ciò non mi consente comunque di far scorrere il tempo in maniera più veloce.
    Cosa posso fare?
    Alla fine mi decido, contrariamente al pensiero precedente, ho deciso di varcare i confini: chissà, magari troverò qualcuno con cui passare il tempo.. Alla mia maniera.
    Entro all’interno del reame Costantino e mi aggiro per i loro territori, sempre costeggiando la riva del fiume. Sento delle voci parlare in lontananza, ma non riesco a cogliere la conversazione che quegli individui stanno avendo. Mi fermo comunque vicino a un masso dinanzi all’acqua, osservando grazie la luce emessa dalla luna, il corso d’acqua che svolge l’incarico di confine naturale fra i due reami.


    CITAZIONE
    Chiedo scusa per la scarsa qualità del post, ma con gli iniziali non so mai cosa scrivere.. Prometto che i prossimi saranno migliori!
     
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  3. Keraynos
     
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    - Soldato ! - La voce del messo del Dux dell'accampamento giunse risoluta e forte.
    - Attendo ordini, signore. - E la mia risposta fu altrettanto decisa.
    - E li avrai, soldato. - Il mio superiore, un certo Akakios da poco nominato Hekatontarches, ovvero ciò che un tempo veniva definito Centurione, srotolò una minuta pergamena e si mise a leggere. - Il Dux ti incarica di dirigerti al di là del Grande Fiume in missione esplorativa. Occorre che tu ottenga informazioni riguardo ad un villaggio posto alcuni chilometri oltre il confine dell'Impero. Il suo nome è Călăraşi e questa mappa te ne indicherà la posizione. -
    Il soldato dinanzi a me mi porse un ancor più piccolo pezzo di carta, sul quale era in effetti rappresentato, in modo assai stilizzato, il paesaggio circostante.
    - Nessuno dovrà accorgersi della tua presenza, per cui viaggerai camuffato da guerriero errante. Una volta nei pressi della tua destinazione dovrai appurare la situazione del villaggio. Alcuni esploratori ci hanno infatti fornito notizie riguardo strani movimenti di truppe del Reame Notturno. Può essere che si tratti di un abbaglio. In realtà ce lo auguriamo. Per questo abbiamo bisogno che tu vada laggiù. Tutto chiaro ? -

    Passai qualche istante ad osservare la minuta mappa della regione, poi tornai a posare lo sguardo su colui che avevo di fronte.
    - Tutto chiaro, signore. -
    - Bene, soldato, metti questo. -
    Lo Hekatontarches mi lanciò quella che doveva essere una cappa di stoffa logora, capace di coprire per intero il mio corpo. Prontamente la indossai. Soltanto la mia lancia rimaneva visibile, appesa al di dietro della mia schiena. Coprii il mio capo con un enorme cappuccio dall'odore di stantio e mi preparai a mettermi in marcia.
    - Buona fortuna, soldato. -
    Risposi con un cenno deciso del capo e mi incamminai verso l'ignoto.

    La luna illuminava abbastanza la piana erbosa dinanzi a me, permettendomi di distinguere ciò che avevo attorno senza il bisogno di alcuna torcia. Il boschetto in riva al fiume era vicino. La mappa segnava la presenza di un ponte poco più a Ovest e lì mi sarei dovuto dirigere.
    Infine giunsi al limitare degli alberi dopo una decina di minuti di cammino.
    L'accampamento oramai era abbastanza lontano, tanto che a stento era possibile udire il vociare di qualche soldato di ronda.
    Tutto ad un tratto un rumore insolito giunse da poco lontano alle mie orecchie, quasi impercettibile, mettendo in allerta ogni mio senso.
    Subito mossi lo sguardo nella direzione di provenienza di quel misero segnale acustico. Non riuscii a vedere alcunché.
    - Chi va là ?! - Non urlai, ovviamente, ma il tono della mia voce era risoluto e deciso. - Se c'è qualcuno che si nasconde qui intorno, che si mostri immediatamente. Non ho mai amato i vili ! -
    Avrei atteso qualche istante per notare eventuali reazioni altrui, pronto più che mai per estrarre la mia arma in caso di necessità, nella speranza, tuttavia, che ciò non si rivelasse necessario.

    CITAZIONE
    Ma va, figurati va benissimo :)
     
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    La mia passeggiata prosegue, senza mai allontanarmi dalla riva del fiume. Il perché di questa decisione? Beh, è molto semplice in realtà e non è per nulla difficile arrivarci tramite un rapido e facile ragionamento: seguendo il letto del fiume a ritroso, potrò tornare al luogo di partenza senza perdermi e, dato che mi trovo vicino al confine con le terre straniere, questa possibilità non suona poi così assurda, pensandoci.
    Il mio avanzare prosegue, anche se ora non sento più le voci che ho udito poco fa: sarà stato un caso? Magari qualcuno che parlava a voce alta per un qualche motivo.. Boh, non saprei dirlo, ma nemmeno mi interessa.
    Mentre il mio cammino continua comunque, sento un suono che penso appartenga a dei passi non animali, ma non essendone completamente certa, faccio che nascondermi in mezzo agli alberi.
    La conferma alla mia teoria arriva quando una voce mi invita ad uscire allo scoperto, specificando che le persone vili non attirano la sua simpatia. Dettaglio importante vero? Almeno, bisogna concedere che questo tizio ha del coraggio da vendere.
    Cosa ti fa pensare ti poter dare ordini a qualcuno che nemmeno riesci a scorgere con i tuoi occhi?
    Chiedo, uscendo allo scoperto: grazie alla luce emessa dalla luna, sarà in grado di vedere il mio aspetto, così come io sono in grado di vedere il suo, che subito prendo ad analizzare.
    Trattasi di un uomo alto e robusto, con corti e corvini capelli e un'altrettanto corta barba. Possiede una carnagione scura - completamente opposta alla mia quindi - e degli occhi della medesima natura. Insomma, un uomo che non riflette nemmeno per sbaglio le caratteristiche di noi vampiri.
    Al contrario, osservando me con attenzione, non potrà non notare i miei canini più lunghi rispetto al normale che, insieme alla mia carnagione maledettamente pallida, gli faranno capire chi ha dinanzi ai propri occhi. Sarà saggio mettersi contro un vampiro in piena notte?
    Qual è il tuo nome? Se non vuoi che la gente sia vile con te, dovresti essere il primo a presentarti o mostreresti presunzione e senso di superiorità, non ti pare?
    Le ultime parole da me pronunciate sono un chiaro rimando alla mia personalità che questo tizio ancora non conosce, ma che, se possiede un buon spirito di osservazione, sarà in grado di capire.
    Insomma, mi sono sempre ritenuta superiore rispetto agli altri, così come ho sempre mostrato la mia presunzione in qualsiasi situazione, anche in quelle dove era sconsigliato usarla. Ognuno è fatto alla sua maniera, io non rispondo a nessuno, magari faccio solo finta per poi pugnalare la gente alle spalle quando meno se lo aspetta.
    Chiaramente non sei un vampiro, cosa ci fai in giro di notte in un regno governato da questi esseri?
    Mostro chiaramente una certa diffidenza, ma questa non è dovuta alla paura che possa far qualcosa di male: mi piace sapere, usare le informazioni a mio vantaggio, tenendole chiaramente solo per me, a meno che non vi sia dietro un guadagno ovviamente.
     
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  5. Keraynos
     
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    un Vampiro, dunque, era apparso dinanzi a me. Una giovane ragazza dai capelli di grano e dalla carnagione come neve macchiata lievemente di sangue iniziò a parlare con me con fare ardito e sicuro.
    I suoi lunghi ed affilati canini, verso i quali diressi immediatamente il mio sguardo, non lasciavano spazio a dubbio alcuno. Mai avevo veduto, prima di allora, un figlio della Notte, nonostante molto di loro avessi imparato, consultando svariati libri e manoscritti.
    Qualcosa di innaturale, come un empio riflesso emanato da un'ancor più empia anima, poteva essere scorto entro i grigi occhi di colei che avevo dinanzi, il cui vestiario risultava a mio avviso parecchio eccentrico.
    Salvo che per quelle ultime caratteristiche e per la sua inumana natura, la giovane poteva dirsi di bell'aspetto, senza dubbio.

    - Non solo con gli occhi è possibile percepire il mondo, figlia della notte. - Il mio tono fu invero risoluto e fermo, tuttavia ogni mio senso poteva dirsi massimamente ampliato, poiché nessun potenziale nemico doveva essere sottovalutato, soprattutto uno dotatodi chissà quali oscuri poteri.
    - I tuoi occhi, comunque sia, non mentono, poiché, hai ragione, non appartengo alla tua tenebrosa razza. Essere accusati di presunzione da chi di presunzione e tracotanza colma il proprio parlare suona quantomai strano. Non cederò, tuttavia, alle tue provocazioni, ragazza dell'ombra. -
    Non avrei lasciato che le emozioni prendessero il sopravvento, poiché il sentimento può essere un potente alleato quando la battaglia è iniziata, ma temibile nemico si rivela durante la pianificazione di ogni mossa in guerra.
    Continuai, dunque, deciso, ma altrettanto calmo, il mio discorso; costantemente pronto a reagire a qualsiasi minaccia.
    - Se davvero desideri saperlo, il mio nome è Keraynos e giungo da luminose terre a meridione, ove ancora la civiltà può dirsi integra. Non rivelerò, tuttavia, le mie intenzioni ad una sconosciuta. Non sono un folle, figlia della notte. -

    Giunse il momento di osare, onde cominciare comprendere chi avessi dinanzi.7
    - Il tuo turno dunque par essere giunto. Come ti chiami? E quale trattamento riservano i tuoi simili per coloro che transitano per le vostre terre ? - Molto poteva dipendere da quell'ardita domanda. La mia missione doveva essere comunque completata, a qualsiasi costo.
     
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    Senza ombra di dubbio, il tipo dinanzi a me, che si presenta con il nome di Keraynos, ha un modo strano di parlare, un modo di esprimersi tutto suo. Un modo forse fin troppo all’antica o almeno questo è quello che credo io.
    Sono abituata al modo di parlare che si usa a Bucarest, effettivamente non so le usanze degli altri luoghi, non avendo mai avuto la possibilità di studiarli, comunque sia, le sue parole mi fanno ridere.. E non in senso positivo, aggiungerei.
    Mphf. Se pensi che questo tipo di discorsi attacchi con me, hai capito male.
    Nel mio tono di voce non è presente nessuna ombra di intimidazione, questo tipo davanti a sé, ha una ragazza che ha totale fiducia nelle proprie capacità, nel proprio io. Se voleva spaventarmi o intimorirmi, sicuramente il suo piano è fallito miseramente.
    Non sono assolutamente il tipo di persona a cui puoi rivolgerti.. Con quel tipo di tono, tienilo bene a mente.
    Lo metto in guardia: sarò anche una ragazza, ma sono in grado di tirare fuori gli artigli - o forse è meglio dire denti? - quando qualcosa non va come dico io. Tra l’altro, è notte.. Dovrei avere una qualche sorta di vantaggio rispetto ad un abitante del giorno.
    Pensandoci bene, un po’ di sangue non sarebbe male.. Lo spuntino di mezzanotte ci starebbe proprio bene! Sposto lo sguardo sui lineamenti del suo collo, facendo soffermare i miei occhi sul lato sinistro di quest’ultimo: le mie pupille si stringono leggermente all’idea che li sotto lo strato di carne e pelle, si trova quello che noi vampiri amiamo d più. Un nettare rosso, la linfa vitale degli umani, qualcosa per cui si è disposti ad uccidere.
    L’odore del sangue può mandare su di giri un vampiro, così come può farlo il digiuno.
    Da quanto non mangio, mi viene da pensare? Forse una notte.. Ma era sangue animale l’ultima volta che ho cacciato, potrei dissetarmi con il sangue di questo tizio, volendo. Che è decisamente migliore al sangue animale, aggiungerei.
    Non so cosa facciano a chi invade il nostro regno ne francamente mi interessa. L’unica cosa di cui mi importa, sono i miei interessi, il resto è roba inutile e priva di importanza, per quanto mi riguarda.
    Un discorso che arriva chiaro e tondo al punto, senza passare per inutili intermezzi.
    Rimane ancora una domanda senza risposta, ovvero il nome che porto. Per quale motivo dovrei dirlo ad un estraneo che, per ora, non si è mostrato degno dell’onore ti conoscermi?
    Forse, solo per rispondere alle mie manie di protagonismo, potrei anche dirglielo.. Tanto che mi cambia?
    Mi chiamo Ashe, comunque.
     
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  7. Keraynos
     
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    Così la mia interlocutrice si chiamava Ashe.
    Al di sotto della cappa di stoffa spessa e logora che ricopriva quasi per intero il mio corpo, un brivido di allarme percorse la mia schiena, quando mi accordi del famelico sguardo della vampira, diretto inevitabilmente verso il mio collo.
    Tuttavia riuscii a contenere qualsiasi tipo di risposta istintiva.
    La paura non aveva mai guidato la mia mano e mai l'avrebbe fatto.
    - Così...Ashe... - Esordii di nuovo io, mantenendo sempre un tono calmo, ma deciso. - Per quanto mi pare di cogliere la tua indole sembra essere quella di una tenebrosa solitaria viandante. Sbaglio, forse ? -

    La verità è che non riuscivo a decidermi sul da farsi. Avevo dinanzi una vampira, abitante del Reame entro i cui confini avevo il compito di infiltrarmi. Ella poteva essere chiunque e pareva non avere intenzione di fornirmi alcuna spiegazione di sorta riguardo la sua identità. Anzi, sembrava voler continuare a dare sfoggio della sua presunzione e arroganza, evidentemente certa di non avere nulla da temere. Magari era davvero così. Nessuno poteva dirlo con certezza. Ma in cuor mio sapevo comunque di non poter permettermi il lusso di sottovalutarla.
    Di certo poi non potevo sperare di raggiungere inosservato il villaggio verso cui ero diretto con quella figlia della notte alle calcagna.
    La situazione era senza dubbio alcuno complessa.

    - E quali sarebbero i tuoi interessi, misteriosa pellegrina delle tenebre ? - Decisi di tentare un'ultima volta con la diplomazia. Di me si diceva che ero particolarmente bravo con le parole e che avrei potuto guidare un intero esercito alla vittoria, soltanto incendiando gli animi dei soldati prima della battaglia. Era giunto il momento di testare la mia effettiva abilità nell'oratoria.
    - Come ben saprai questa è una zona di confine e, di conseguenza, una zona pericolosa per chiunque fra gli abitanti di ambo le nazioni vicine. Di certo, considerata la tua indiscutibile risolutezza e sicurezza nel vagare per queste zone, avrai di certo una certa esperienza in fatto di spedizioni ed ardui compiti. Avrai anche quindi più che interessanti motivazioni che guidano i tuoi passi, o forse cado in errore nell'affermare ciò ? -
    Ovviamente la mia voleva essere una provocazione. Per quel che avevo capito, Ashe pareva nascondere dietro una riservatezza di copertura, una brama di mostrare a chiunque avesse dinanzi la sua superiorità e le sue capacità. Tentai quindi di fare leva su tale peculiare carattere di temperamento. In cuor mio speravo di poter trarre qualche deduzione dalle risposte che avrei ricevuto.
     
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6 replies since 17/8/2015, 21:20   111 views
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