Mascherata a Marsiglia

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  1. The Scarecrow
     
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    22 Marzo 1994



    Marsiglia, principale porto e centro di scambi di tutto il regno elfico.
    Da sempre, l'assenza di grandi città sulla costa africana obbliga le varie navi mercantili a far scalo sul versante europeo, per poter fare rifornimento. Questo, unito all'ubicazione della città che la pone in una posizione comoda per raggiungere la Corsica e la Sardegna, ha permesso una crescita eccezionale.
    Una simile ricchezza ha però inevitabilmente portato con sè la costante minaccia di razzie da parte di pirati. Pertanto, Marsiglia appare anche molto fortificata, creando un'atmosfera abbastanza diversa da quella che si può trovare nel resto del regno.

    Ma suppongo non siate qui per una lezione di storia, no?

    No, siete qui per altri motivi. Ognuno di voi avrà il proprio, sia esso la ricerca di un impiego o semplicemente una tappa obbligatoria di un viaggio ben più lungo.
    Ciò che è certo è che vi trovate a girovagare per quest'affascinante centro, ricco di beni di ogni tipo e dalle strade affollate da mercanti, garzoni e , ovviamente, accattoni. Il numero di elfi è elevato ed è sicuramente quello più alto fra tutte le razze che potreste incontrare, ma la folla risulta comunque variegata.

    Tuttavia, per quanto gli individui che riempiono le strade ed il porto possano avere geni o impieghi diversi, ciò che è sulla bocca di tutti li accomuna.
    Si parla infatti di un misterioso ladro, che da diverso tempo terrorizza i mercanti e ridicolizza le guardie, riuscendo sempre a farla franca. A ciò viene aggiunto che, colui che è stato nominato suo prossimo bersaglio, un certo Lejenne, è disperatamente alla ricerca di individui disposti a proteggere la sua mercanzia.

    Queste voci sono molto più numerose vicino la zona del porto, normale centro di scambio d'informazioni in una città come questa.

    Una situazione davvero strana... Che dite, potrebbe interessarvi?



    CITAZIONE
    Bene bene bene, eccoci finalmente arrivati all'inizio della quest! *può sentire drago che esulta*
    Ahem, come potete vedere, il primo post sarà un semplice post d'introduzione, il vostro personaggio arriva a Marsiglia e sente queste voci. Come reagisce e cosa decide di fare, sta a voi deciderlo!
    Non avete particolari direttive in merito, per tutti voi (se non erro :omg: ) è la prima volta che muovete i vostri personaggi su questo forum, quindi preferisco lasciarvi quest'occasione per conoscerli meglio :sisi:

    Che altro... L'ordine di postaggio potete deciderlo voi, una volta deciso siete pregati di mantenerlo. Ovviamente, in caso di necessità vostre, si potrà cambiare :sisi:
    Avendo tutti voi indicato un tempo di postaggio minore di quello minimo da me indicato, avrete 48 ore di tempo per rispondere. In caso di necessità, potrete usufruire di una proroga di altre 48 ore, richiedibile ogni 3 turni. Nel caso di ritardi lievi, come ad esempio un'ora, non vi sarà comunque bisogno di usarla, basta avvisare per tempo :sisi:

    A proposito di avvisare, per qualsiasi domanda o comunicazione relativa alla quest, vi pregherei di usare la discussione del bando. Certo, se serve va bene anche un MP, ma nel bando possono vedere tutti, quindi se avete lo stesso dubbio tutti e 3, risulta più veloce :sisi:

    La discussione del bando potete comunque usarla per qualsiasi cosa inerente alla quest, anche dei semplici commenti riguardo all'andamento :omg:

    Ricordate di riportare sempre a fine post il seguente schemino

    CITAZIONE
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    Stress:
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    Annotazioni:

    In "Poteri/magie/talenti/professioni utilizzate" indicate solo se sfruttate quelle cose nel post. Se per esempio possedete il potere "Forza Fisica Eccezionale", indicatelo solo nei post in cui fate un uso effettivo di tale potere, se per esempio sollevate oggetti molto pesanti o simili.


    E... Niente, mi sembra di aver detto tutto (forse anche troppo :look: )...

    BUON DIVERTIMENTO! :riot:
     
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  2. Ather
     
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    Il viaggio per il ritorno nel regno degli elfi durò più del previsto: a causa del sole, Eltas fu costretto a ripararsi nelle ore più soleggiate e continuare l'avanzata durante l'alba o l'imbrunire, quando i carri e le carrozze per viaggiare scarseggiavano. Fu costretto a percorrere dei tratti a piedi, altri su mezzi di trasporto vari ed altri in volo, in forma di pipistrello per minimizzare la durata del lungo viaggio, nonostante il bagaglio non fosse affatto facile da condurre in tale forma. Ma che cosa lo portava ad eseguire un viaggio del genere? Il ricordo di sua madre. Durante tutti gli anni trascorsi nel regno della notte, solo raramente faceva visita a sua madre e, più tempo passava, più il desiderio di rivederla cresceva incostantemente. Tale motivazione fu sufficente per fargli compiere il lungo e travagliato viaggio verso il regno degli elfi.

    Dopo settimane dalla partenza, Eltas varcò il confine che sanciva l'inizio dei territori appartententi al regno degli elfi e improvvisamente venne dolcemente accarezzato dalla brezza del vento, come se volesse dargli il bentornato in patria. Il fanciullo, infatti, si sentì sollevato alla vista del paesaggio che aveva caratterizzato la sua infanzia: vaste pianure occupavano molta parte del paese, coperte da una rigogliosa vegetazione, tipica del territorio. Avrebbe, quindi, intrapreso la strada verso Parigi se non fosse che, in quel fatidico istante, udì un borbottio proveniente da un carro mercantile, probabilmente diretto a Marsiglia per scambi commerciali. I due commercianti stavano discutendo riguardo un misterioso ladro che si aggirava nel porto di Marsiglia, continuando a farla franca; di primo acchito la discussione parve non interessargli, ma quando menzionarono del fatto che il mercante, un certo Lejenne, era in cerca di individui in grado di proteggerlo, cambiò immediatamente idea, forse perchè il suddetto avrebbe previsto una lauda ricompensa ai fortunati "protettori". Sua madre avrebbe aspettato qualche tempo in più per rivederlo e ciò non comportò un grande problema per lui, poichè ora aveva qualcos'altro a cui pensare: sventare i piani del ladro e accaparrarsi la ricompensa, di qualunque tipo essa sia. Svoltò quindi per la città e, in qualche giorno, si ritrovò nel grande porto di Marsiglia.

    Giunto nel porto l'archiettura di Marsiglia al tramonto di qualche giorno dopo, gli elfi che la pololavano rievocarono in lui i momenti dell'infanzia, trascorsi in un piccolo paesino di Parigi, molto diverso da questa grande città, ma in un certo senso simile. Scrollò la testa per concentrarsi sul suo obiettivo, ma invano: la sua attenzione venne catturata dalle numerose bancarelle che occupavano entrambi i lati della via dalla quale era entrato, mentre i mercanti proprietari erano continuamente assaliti da nuovi clienti interessati alla merce esposta. Eltas non fu da meno. Il ragazzo, infatti, non potè non gettare qualche sguardo sui banconi lì presenti: armi, accessori, abiti, cibo, tutto ciò che un individuo avesse potuto desiderare lì c'era. Trattenne la forte volontà di acquistare qualche sciocchezza e percorse tutta la via con la testa bassa per non essere attratto da nulla, fino a raggiungere uno spiazzo libero dal mercato. Qui, trovò una panchina sotto un portico e si sedette per meditare sul da farsi, mentre il sole scompariva all'orizzonte.

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    Edited by Ather - 15/11/2015, 22:57
     
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    CITAZIONE
    Narrato
    < Parlato >
    < Parlato altrui >

    Dopo molti giorni di viaggio era giunta alla sua ultima destinazione: suo padre le aveva scritto l'itinerario da effettuare, affidandogli il compito di compiere degli scambi di merce in diverse città del continente. Per questo motivo era partita dalla lontana città di Budapest, viaggiando solo di notte per non stressare ulteriormente il suo corpo, attraversando le città di Vienna, Venezia e Milano, accompagnata da pochi uomini fidati. Certo, si sarebbe aspettata qualcosa di meglio come suo primo incarico e un po' più di fiducia da parte della sua famiglia, ma alla fine era stata costretta ad accettare, a patto che la sua scorta rimanesse fuori dalle città per lasciarla lavorare liberamente.
    Nonostante il fastidio iniziale dovuto a questo fatto, durante il suo cammino ebbe modo di ammirare i paesaggi degli altri paesi e questo la rese più che felice: la parte del Sacro Romano Impero che aveva attraversato era ricca di grandi catene montuoso, mentre il regno degli elfi offriva alla vista grandi distese pianeggianti, con una rigogliosa vegetazione che le ricopriva e sporadici rilievi piuttosto bassi. Tutte cose a cui non era abituata, poiché fino a quel momento aveva potuto osservare soltanto i grandi palazzi della sua città natale.
    Finalmente arrivò a Marsiglia, principale porto della nazione: la sua posizione geografica rendeva il clima piacevole anche il quel periodo dell'anno e la città brulicava di gente, producendo un costante brusio di voci in sottofondo; anche le case sembravano dare un senso di vivacità al tutto, con la loro architettura ed i colori brillanti prodotti dalla luce del sole.

    Dopo aver girovagato un po' per le strade, sempre incappucciata per ripararsi dalla luce solare, osservando tutto con gli occhi di un bambino, Genevieve si diresse al porto, il vero centro dei commerci e degli scambi. Non fu difficile trovarlo e ne rimase estasiata: il tramonto creava giochi di luce ed ombra affascinanti con gli edifici, l'acqua scintillava e rifletteva l'immagine delle barche che vi navigavano e la zona era più viva che mai. C'era anche il mercato che stava cercando, che riempiva con i suoi banchi la via principale su ambo i lati, dove i mercanti esponevano merci di qualunque tipo: armi, vestiti, cibo, oggetti vari e persino alcuni ciondoli molto semplici, che anche la gente umile poteva permettersi.
    In mezzo a tutta quella folla sarebbe stato difficile trovare qualcuno, ma lei aveva una descrizione precisa dell'uomo che doveva incontrare: la sua bancarella stava sempre in fondo alla via e lui era un tipo basso, grassoccio e con la barba lunga. Si mosse schivando le persone fino ad arrivare a quell'ultimo banco sulla destra: il mercante corrispondeva a quanto le era stato detto.

    < Salve. Siete voi Nabur? >
    < Buongiorno! Si, sono proprio io! Siete in cerca del ladro anche voi? >
    < Il ladro? Veramente sono qui per la merce da Budapest... >
    < Oh! In questo caso datemi un secondo. >
    Si mosse con fare goffo, rovistando in un sacco fino a trovare un pacchetto di colore marroncino.
    < Ecco qua, come richiesto dal vostro signore. >
    La donna prese il pacchetto e gli porse il denaro in cambio, senza fare domande al riguardo come le era stato ordinato.
    < Bene, è stato un piacere! Buon proseguimento! >
    L'uomo fece per voltarsi ed attendere il cliente successivo, ma Genevieve lo fermò.
    < Scusatemi, ma chi sarebbe il ladro a cui avete accennato poco fa? >
    L'uomo si voltò con aria stupita ed iniziò a parlare sotto voce.
    < Ma come? Non lo sapete? Oh ma forse voi non siete di queste parti. Ultimamente qui in città si aggira un ladro di cui non si sa nulla, tranne per il fatto che sta terrorizzando tutti noi mercanti e che nessuno è ancora riuscito ad acciuffarlo! Si dice che uno di noi, un certo Lejenne, sarà il prossimo bersaglio e che questi stia cercando uomini valorosi per proteggerlo. Non so molto di più al riguardo, ma ho sentito che ha promesso una lauta ricompensa per chi riuscirà nell'intento! >
    Un ladro e una ricompensa? Quella si che era un'occasione perfetta per mettere alla prova le sue doti.
    < Grazie mille, siete stati già di grande aiuto. Arrivederci. >
    Con un lieve inchino lo congedò e riprese a camminare in mezzo alla gente.

    Se voleva intraprendere quella missione avrebbe dovuto trovare altre informazioni riguardo al ladro e al mercante, quindi si mise alla ricerca di qualche individuo che destasse la sua attenzione.
    Passeggiando senza una meta precisa, ad un tratto si ritrovò in uno spiazzo praticamente vuoto, con un tipo dall'aria sospetta che se ne stava seduto su una panchina sotto un portico: era incappucciato e questo non le permise di vederlo in volto. Gli si avvicinò lentamente e con cautela: che sapesse qualcosa di tutta quella faccenda?
    < Buongiorno messere, sono in cerca di informazioni: sapete qualcosa riguardo al misterioso ladro che si trova qui in città? >

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    1) Ather visto che il tuo pg è mezzo vampiro ho dato per scontato che sia ancora incappucciato con la luce del tramonto.
    2) Ho inserito fin da subito arco e frecce anche se non li ho utilizzati per evitare equivoci in seguito
     
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    FOOLY COOLY

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    La lucertola troppo cresciuta ha cominciato il suo viaggio in giro per il mondo da un po di tempo. Ha dovuto abbandonare il suo territorio natale, territorio che lo ha ospitato per tutti quegli anni. Purtroppo la sua sete di viaggiare lo ha sopraffatto, come il voler sapere e esplorare le terre ove la sua vera razza vive. Vuole conoscere le tradizione, qualunque cosa che appartiene ai rettiliani in qualche modo. Ma dato che la lucertola di color arancio ha dovuto aspettare tutti quegli anni, un giorno, una settimana o anche un mese in più non fa nessuna differenza. Ha tutta una vita davanti, se non muore di malattia prima ancor di mettere piede in una delle tante terre circostanti. Ha riscontrato parecchie difficoltà nel rispondere ad una domanda che si è autoimposto, ossia: Dove andare? ma ha deciso infine per dirigersi nel regno degli elfi, terra confinante all'impero romano. Vuole godersi la libertà che ha ricevuto da poco, anche se purtroppo quest'ultima e abbastanza ristretta dai suoi metodi burberi e rozzi. Ci volle ovviamente qualche giorno per arrivarci, i carri e le camminate a piedi non erano mezzi molto veloci, ma alla fine riuscì nell'impresa: Marsiglia era davanti ai suoi occhi. Un bel posto dove cominciare il suo viaggio, oltretutto era abbastanza affascinato da tale luogo. Era la prima volta che vedeva un porto del genere, il paesaggio era qualcosa di straordinario. Scese dal carro, il suo colore ovviamente attirò l'attenzione di qualche persona lì attorno, sebbene fossero molto probabilmente abituati a vedere cose del genere. A prima vista Josh non promette nulla di buono e su questo non hanno tutti i torti, basta non farlo incazzare. Sembra abbastanza spaesato a primo acchito, ovvio. Le continue voci lo disturbano un po, ma deve farci l'abitudine. Alza una mano per grattarsi la testa, poi con gesto veloce dei piedi si gira è comincia a camminare chissà dove per le stradine portuali di Marsiglia affollate ovunque da bancherelle e mercanti disposti a tutto pur di far soldi e vendere le loro merci, da quelle più preziose a quelle più rudimentali. Sebbene sia lì per il posto, deve anche guadagnarsi la pagnotta. Gli servono soldi, suo nonno gli ha consigliato di venire lì, ma la lucertola non gli aveva dato molto peso.
    << Quel vecchio le azzecca tutte. >>
    Dice tra se e se. Si ferma poi, sentendo un'animata discussione tra un gruppo di persone lì vicine, probabili mercanti. Arriva tardi, infatti capisce come vi sia solo qualcuno a cui serve gente per proteggere la sua merce. L'imponente lucertola si avvicina al gruppo, per poi appoggiare la mano su uno degli individui.
    << Le mie orecchie hanno udito qualcosa di abbastanza interessante, che ne dite di parlarne con il vostro amico Josh? >>


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    *Modificato per aver dimenticato di inserire i dati nello spoiler, scusate l'inconveniente*

    Edited by Dragøn - 16/11/2015, 21:37
     
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  5. The Scarecrow
     
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    Tre avventurieri, tre partenze diverse.



    Eltas & Genevieve



    Il sole sta cominciando a tramontare e si possono già vedere i primi mercanti che ripongono la propria merce, mentre lo spiazzo poco affollato viene percorso da poche persone, principalmente lavoratori diretti verso casa. In lontananza, si può sentire il rumore della folla diminuire.

    A quanto pare, entrambi avete trovato un vostro simile. Che sia stata la vostra natura comune a portare la giovane ad approcciare il ragazzo?

    Qualunque sia la ragione, per ora nessuno vi disturba, nonostante un cappuccio portato a quest'ora del giorno ed in una giornata dal cielo terso, potrebbe normalmente attirare sguardi sospettosi, non è questo il vostro caso.

    La ragazza ha fatto una domanda, Eltas avrà la risposta che cerca?


    Josh



    Il gruppo da te approcciato sussulta quasi in contemporanea, vedendoti apparire. Non v'è da sorprendervi, una stazza come la tua è normalmente associata a schiavi o mercenari, persone con cui raramente si parla di ciò che non riguardi gli affari.
    Dopo esser rimasto leggermente spaesato comunque, uno degli uomini, un ometto grassoccio sulla cinquantina, probabilmente un umano, si passa una mano sulla fronte sudata e ti rivolge la parola.

    Giovanotto, le pare il modo? Non ci faccia spaventare così!

    Si sistema velocemente il mantello, ricomponendosi e schiarendosi la voce.

    Parlavamo del ladro che da tempo terrorizza noi poveri mercanti e del signor Lejenne, disperatamente alla ricerca di uomini per proteggere la propria merce.

    In risposta alle sue parole, gli altri presenti si decidono finalmente a parlare, commentando sia il terrore provocato dal misterioso furfante sia la più totale inutilità della guardia cittadina.
    L'ometto, invece, se ne sta zitto e ti squadra dalla testa ai piedi, soffermandosi particolarmente sull'ascia e sull'arco.

    Per un attimo ho pensato che foste uno dei candidati, ma dalla vostra domanda deduco che oltre ad essere forestiero, non sapete nemmeno degli ultimi accadimenti. Siete per caso un cacciatore?

    L'uomo sembra aver frainteso, ma almeno sembra gli piaccia chiacchierare. Potresti anche riuscire ad ottenere più informazioni, chissà...


    CITAZIONE
    Mi scuso se la parte per ather e kahori è più breve, ma interagendo fra voi due in uno spazio poco affollato, restava poco per me da fare :look:

    Ah sì, l'ho già detto a drago, ma lo ripeto nel caso potesse servirvi: se vi dimenticate qualcosa nel post e volete modificare fatelo pure :sisi
    L'importante è che:
    - Lo facciate prima che quello dopo di voi abbia postato.
    - Se modificate cose che pesano molto sul post (se per esempio togliete un'azione e ne fate un'altra), avvertite poi nel bando. Se volete correggere errori di battitura o piccole cose, fate pure senza avvisare :sisi:
    - Se modificate dopo che la persona dopo di voi ha postato, avvisate prima nel bando dicendo cosa volete moddare e ci mettiamo d'accordo :sisi:
     
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  6. Ather
     
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    Eltas stava pensando ad una strategia per catturare il ladro quando venne interrotto da una una ragazza dai capelli argentati la quale chiese informazioni sul ladro. < Buonasera fanciulla> -disse Eltas, rivolgendo lo sguardo alla vampira - < Sto cercando anche io delle informazioni. Per il momento conoscono solo il nome del mercante e so che sta cercando uomini che lo proteggano.>. Un'espressione alquanto esterefatta si disegnò improvvisamente nel volto del ragazzo < Ah! Perchè siete interessata anche voi al lavoro?>. Certo, non era solito vedere donzelle di una certa risma - come sembrava essere la signorina - intraprendere lavori del genere, lavori che richiedevano una certa abilità nei combattimenti. Sta di fatto che Eltas rimosse il cappuccio dalla testa, ormai che il sole non poteva arreccargli nessun tipo di stress fisico, e si mostrò completamente alla ragazza senza curarsi del fatto che avrebbe potuto riconoscere il suo aspetto e si alzò in piedi < Beh, se siete attratta anche voi dal lavoro cerchiamo informazioni insieme. Che ne dite?>. Chiaramente, la ricerca di notizie durante il calar del sole avrebbe dato problemi al gruppo, considerato che la gente preferiva ritirarsi nelle proprie case ed evitare brutti incontri, ma Eltas avrebbe potuto riposare dai raggi del sole, nonchè beneficiare della vista acuta di notte. Inoltre, avrebbero avuto la possibilità di incontrare il ladro, nel caso il cui si aggirasse nei paraggi, intento a studiare le prossime mosse.
    Durante la discussione, il sole scomparve completamente e l'oscurità invase la città di Marsiglia. Eltas si sentì immediatamente sollevato dalla dipartita temporanea del sole: dall'evidente rossore, il viso ritornò alla suo solito pallore, laddove gli occhi acquistavano un colorito più brillante di quanto non lo fossero in precedenza. Il regno dei vampiri era iniziato.

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  7. ¬K a h ø r i
     
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    Il sole iniziava a tramontare e il rumore della folla iniziò a diminuire: i mercanti cominciarono a riporre le proprie merci nei sacchi e nelle varie borse e quel luogo prima desolato ora veniva attraversato da qualche persona, probabilmente lavoratori pronti a rincasare.
    Nessuno di questi però si avvicinò loro per fare domande o disturbarli, anzi, sembravano tutti piuttosto tranquilli.
    Dopo un primo momento di silenzio, come se fosse immerso in chissà quali pensieri, quell'individuo le rivolse lo sguardo e rispose.

    < Buonasera fanciulla. Sto cercando anche io delle informazioni. Per il momento conoscono solo il nome del mercante e so che sta cercando uomini che lo proteggano. >
    La sua voce aveva un tono giovanile ed era tranquilla, anche se subito dopo sembrò piena di sorpresa.
    < Ah! Perchè siete interessata anche voi al lavoro? >
    Erano proprio quell'espressione esterrefatta e quelle parole che non avrebbe voluto vedere né udire: in quel mondo gli uomini si erano sempre reputati migliori delle donne per la loro prestanza fisica e credevano che una giovane donzella come lei non fosse all'altezza di compiere certe missioni. Se solo avessero saputo che non era così giovane come appariva, né ingenua come dava a vedere il più delle volte, si sarebbero rimangiati la parola.
    In tutto il suo cammino fin lì, nessuno l'aveva giudicata come avrebbe dovuto di primo acchito, ma si resero conto poi del suo valore. Nonostante il fastidio, la donna non lasciò trapelare nulla dal suo volto, come le era stato insegnato e rispose educatamente, con tono pacato.
    < È un peccato che voi non possiate essermi d'aiuto. Avendo saputo della ricompensa mi sono interessata alla questione, ma evidentemente dovrò rivolgermi a qualcun'altro. >

    Fu proprio mentre stava parlando che il ragazzo si tolse il cappuccio dal volto con noncuranza, come se a quel punto si sentisse protetto: aveva dei capelli rosso cremisi che gli incorniciavano il viso, un po' spettinati, e gli occhi dello stesso colore; il suo naso e le sue labbra erano fini e due piccoli canini bianchi gli spuntavano fuori dalla parte superiore della bocca. Anche la sua pelle era rossastra, come infiammata, ma pian piano si schiarì e diventò pallida. Doveva essere un vampiro, proprio come lei.
    Ora capiva il perché del mantello, ma non era stato saggio a mostrarsi così alla prima persona che aveva incontrato. A meno che non fosse proprio lui il ladro o qualche suo complice: in questo caso non le avrebbe sicuramente comunicato altri dettagli, ma forse l'avrebbe portata dove lei desiderava.
    E proprio mentre la ragazza stava ragionando sul da farsi, lui si alzò in piedi e le fece una proposta alquanto interessante.
    < Beh, se siete attratta anche voi dal lavoro cerchiamo informazioni insieme. Che ne dite? >

    Cosa avrebbe dovuto fare? Fidarsi di quello sconosciuto o andarsene via? Certo, lavorare in coppia sarebbe stato vantaggioso, ma anche seguirlo e finire in trappola era un'altra possibilità non troppo remota. Ma non era forse quello il suo voto? Scovare i malviventi ed acciuffarli senza farsi notare?
    In qualsiasi caso quel tipo l'avrebbe aiutata, volente o nolente. Decise quindi che sarebbe stata al suo gioco senza esporsi più di tanto, aspettando il momento propizio per agire. Oltretutto mentre discutevano era calata la notte, il momento più adatto per un ladro e per quelli della sua specie.
    < D'accordo messere, accetterò volentieri la vostra offerta. >
    Detto questo si voltò, come per iniziare a camminare, ma non poteva certo dimenticare le buone maniere che tanto accuratamente le erano state insegnate, perciò si girò di nuovo verso di lui e fece un mezzo inchino.
    < Perdonate la mia maleducazione: mi chiamo Anne. È un piacere fare la vostra conoscenza.
    Ebbene si, quello non era il suo vero nome, ma l'essere cortesi ed educati non significava far saltare la sua copertura di rimando.
    Subito dopo risollevò il capo e attese di essere seguita.

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    Josh spaventò il gruppo di mercanti intenti a parlare fra loro sulle vicende che capitano a Marsiglia. Il suo intento iniziale era quello, d'altronde i suoi metodi rozzi avevano il sopravvento sulla sua personalità. Sul volto si poteva vedere un sorta di sorriso, mentre la rosea lingua si prostava fuori dalla bocca, esponendola al pubblico davanti a se. Toglie la grande mano dalla spalla di uno degli individui, per poi mettere le braccia conserte. Annuisce alle parole dei mercanti, ascoltando interessato ogni parola che dicono. Gli servono i soldi, e quella missione potrebbe fare al caso suo, sebbene sembra più difficile del previsto. Nemmeno le guardie cittadine sono riuscite a fermare questo ladro, quindi lui, umile lucertola con doti da fabbro, non vuole nemmeno osare a pensare a cosa potrebbe fare in più di loro, se non provare a completare questa assurda impresa. Sbatte la coda per terra, si sistema poi la giacca che indossa.
    << Non volevo certo spaventarla, dovrebbe sapere che un rozzo forestiero come me non conosce bene certi metodi per approcciare con gente della vostra classe. >>
    Non si scusa nemmeno alla fine, ma lascia stare per ora, continuando a parlare così che i mercanti si dimentichino presto dell'accaduto. Josh qui gioca di astuzia, non è del tutto stupido, decide di uscire un po dai normali schemi assumendo un comportamento che si adatta alla situazione.
    << Ebbene sì.. >>
    Annuncia con successivo inchino tanto per far finta di essere cortese verso i mercanti.
    << Josh Wollstallen, prode cacciatore. >>
    Lascia la frase un po sospesa, per poi rimettersi di nuovo a braccia conserte.
    << Allora, come sono andato? questi metodi più da alta classe la aggradono? >>
    Ci scherza un po su, ma poi ritorna sulla questione del ladro, gesticolando un po con le mani.
    << Mi sembra un po imbarazzante come situazione. Se si venisse a propagare questa notizia oltre i confini, Marsiglia potrebbe diventare lo zimbello del momento. Sapete dirmi altro su questo fatto? di certo il posto non si trova ad avere a che fare con un ladro normale se nemmeno le guardie riescono a fermarlo. >>
    Lascia ora spazio ai mercanti. Ovviamente continua con la farsa, dopo tutto questo fardello non gli andrà a chiedere dove può trovare Lejenne.


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  9. The Scarecrow
     
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    Genevieve



    Dopo un breve scambio di convenevoli avete quindi deciso di cercare informazioni assieme. O almeno, questo è ciò che Eltas spera, mentre Genevieve sembra essere solo interessata ad usare il compagno.
    Il giovane non sembra accorgersi tuttavia di questo piccolo inganno della sua simile, probabilmente perchè ancora provato dal lungo viaggio e dalle ore di sole appena passate.

    Lieto di fare la vostra conoscenza, signorina Anne. Il mio nome è Eltas Byron.

    Dopo la breve introduzione, inizia a camminare assieme a te, cercando di tenere il passo, stando sulla tua sinistra.
    Le strade sono ormai immerse nella notte, illuminate da qualche sporadica luce proveniente dalle case e dalla luna. Sembra che il tuo compagno di viaggio non sia una persona timida, in quanto prende subito la parola.

    Avete per caso idea da dove iniziare la ricerca di informazioni? Personalmente, opterei per una taverna, di solito le voci che girano vanno a confluire in posti del genere. Inoltre, probabilmente mi servirà un alloggio per i prossimi giorni...

    Si interrompe, lasciando a te la decisione. Qualunque cosa tu faccia, continuerà a seguirti...

    Josh



    L'uomo ascolta le tue prime frasi senza proferire parola, inizialmente con un'espressione seria che ben presto diviene divertita. In particolare, si lascia sfuggire una breve risata nel momento in cui gli chiedi cosa ne pensi della tua piccola esibizione.

    Vedo che siete un giovincello particolare. Non preoccupatevi, dei modi degni di un vero signore!

    Si lascia sfuggire un'altra risata, mentre gli altri uomini con cui parlava prima che tu arrivassi lo guardano scoraggiati, probabilmente lo conoscono e sanno che è un tipo abbastanza eccentrico.
    Quando però esponi i tuoi dubbi riguardo alla situazione, tutti si fanno seri, perfino l'ometto. Per quanto possa essere strano, rimane pur sempre un mercante, parlare di un argomento che potrebbe avere a che fare anche con i suoi affari tira ovviamente fuori il lato serio e calcolatore che vi è in lui.

    Avete ragione, la situazione non giova di certo alla città. È principalmente per questo che Lejenne ha deciso di assoldare chiunque fosse disposto ad aiutare: se i furti dovessero continuare troppo a lungo, molti mercanti potrebbero decidere di evitare Marsiglia per paura di essere presi di mira. Come potete ben capire, ciò sarebbe un colpo fatale per una città che si basa sugli scambi come la nostra.

    Si ferma un momento, sospirando sonoramente.

    Personalmente, temo non vi sia speranza. Abbiamo a che fare con un individuo davvero in gamba. Nessuno è ancora riuscito a vederlo in faccia, il che lascia perfino dubbi riguardo al suo sesso. Normalmente manda delle lettere ad i propri obbiettivi, per avvisarli del suo imminente arrivo. Nonostante ciò, indipendentemente dal livello di sicurezza, riesce sempre ad intrufolarsi e poi svanire nel nulla.

    L'uomo rilassa le spalle, guardando a terra e facendosi scappare un altro sospiro, per sottolineare la gravità della situazione.
    Dopo qualche attimo di silenzio, però, alza improvvisamente lo sguardo, fissandolo su di te, con rinnovato vigore in viso.

    Ragazzo, ho appena realizzato una cosa. Voi siete un cacciatore... Non si tratta di una belva, ma suppongo che siate comunque in grado di seguire delle tracce, no? Dovreste essere adatto ad un lavoro del genere!

    Sembrerebbe che la tua farsa ti abbia appena procurato ciò che cercavi.
    La domanda è, la tua bugia ti si ritorcerà contro?

    Edited by The Scarecrow - 22/11/2015, 18:18
     
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    Josh
    Con astuti giochetti di parole e movimenti, l'arancione lucertola è riuscita a soggiogare il buffo mercante, entrando così, o almeno lui pensa, nelle sue grazie. Ascolta serio le parole del mercante, osservando come quell'argomento non giovi molto con il rapporto intrapeso. Tutti più o meno sembrano demoralizzati al solo parlare di quell'astuto ladro. Da notare come se prima la lucertola non fosse molto interessata alla questione, ora lo è. Non si porta dietro a se molte speranze nel catturare quel ladruncolo, ma riuscire a fermarlo potrebbe comportare a fama e gloria in tutta Marsiglia, tutti parlerebbero di lui e della sua eroica impresa. Già pensa ai denari che potrebbe ricavare da tale missione. Annuisce infine, lasciando un piccolo momento di pausa prima di prendere parola mentre lentamente si pulisce le strani vesti che si porta addietro.
    << Potrei anche esserne in grado, ma dovete prendere in considerazione che un ladro del genere di tracce potrebbe lasciarne veramente poche, a quest'ora anche un normale cacciatore potrebbe sapere dove si trova. Ma tralasciando questo dettaglio, con cui vi ho sicuramente smorzato le speranze.. >>
    Dice, mettendosi nuovamente a braccia conserte mostrando gli scolpiti muscoli sulle braccia.
    << ...ma se mi dite dove posso trovare questo Lejenne, potrei anche provarci. Diciamolo, se riuscissi a catturarlo potrei spillare i soldi a quel mercante, mentre voi sarete a festeggiare senza aver perso nulla, o meglio, questo ladro ha per caso colpito qualcuno di voi? >>
    Tocca un'argomento dolente ai mercanti, sa di questo errore ma gli piace divertirsi, quindi riprenderà subito la parola senza dar tempo ai mercanti di aprir bocca.
    << Oh scusate, sono andato troppo a fondo con la questione, dimenticate l'ultima domanda. >>



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    Il giovane non si rese conto di nulla e non si fece alcun problema a presentarsi a sua volta: prese un bordo del mantello con la mano e lo tirò verso fuori, compiendo un lieve inchino di fronte a lei.
    < Lieto di fare la vostra conoscenza, signorina Anne. Il mio nome è Eltas Byron. >
    Eltas Byron, eh? Non ne aveva mai sentito parlare, sempre ammesso che quello fosse il suo vero nome.
    Ma per come si era comportato fino a quel momento, probabilmente era stato sincero. Non doveva essere un tipo troppo sveglio: starsene tutto da solo con quel mantello avrebbe potuto dare nell'occhio e anche mostrare il suo viso e far capire la sua razza con tanta noncuranza non era stata una mossa astuta. Certo, ricevere informazioni da un tipo del genere sarebbe stato piuttosto facile, ma a questo punto la ragazza pensò che non sapeva davvero nulla.
    Avrebbe comunque potuto indagare un po' sul suo conto: sapere quel che sapeva fare sarebbe stato utile per capire come lavorare assieme.
    Dopo la breve presentazione la raggiunse e si mise a camminare di fianco a lei, alla sua sinistra e senza darle nemmeno il tempo di pensare ad un piano esordì con una nuova domanda.
    < Avete per caso idea da dove iniziare la ricerca di informazioni? Personalmente, opterei per una taverna, di solito le voci che girano vanno a confluire in posti del genere. Inoltre, probabilmente mi servirà un alloggio per i prossimi giorni... >
    Era davvero un tipo loquace, forse troppo per i suoi gusti, ma la sua proposta non era così male. In fin dei conti a quell'ora dove altro sarebbero potuti andare?
    < Buona idea. Cerchiamone una qui vicino e speriamo di trovare qualcuno che conosca questo Lejenne... E anche una stanza per te, ovviamente. >
    In realtà quello dell'alloggio era un problema che non le interessava affatto: lei era abituata a stare sveglia per molte ore, nonostante la stanchezza fisica o poteva benissimo riposarsi accovacciata per terra, ma doveva dimostrarsi interessata al suo compagno se voleva continuare ad avere il suo appoggio.
    Senza ulteriore indugio si lasciarono il porto alle spalle e imboccarono una delle vie che si trovavano lì di fronte.

    Era ormai notte fonda: la luna risplendeva alta nel cielo, illuminando con la sua luce soffusa quelle strade buie e silenziose. Le poche altre luci che potevano scorgersi erano quelle delle stelle e quelle che provenivano dalle finestre delle case, chiuse per il freddo e da cui si intravedevano uomini e donne intenti a consumare il loro pasto serale.
    In giro non c'era anima viva, tranne loro due, che continuavano a camminare in silenzio ormai da un po', per cui Genevieve decise di approfittare del momento e rivolgere qualche domanda al ragazzo.
    < Ditemi Eltas, cosa vi ha spinto qui a Marsiglia? E come mai siete interessati a questo ladro? So che non sono affari miei, ma mi piacerebbe sapere qualcosa in più sui compagni con cui lavoro.. >
    Si voltò verso di lui rivolgendogli un sorriso timido e uno sguardo amichevole, cercando di sembrare il più convincente possibile.
    Fu proprio quando terminò la frase che si accorse della locanda che si trovava alla loro destra: era un edificio piuttosto basso e dall'aspetto rovinato, probabilmente a causa della salsedine proveniente dal mare, con una grossa porta al centro e varie travi che sporgevano all'esterno, tutte di legno. Un'insegna, anch'essa di legno, pendeva dall'alto, sorretta da due catenacci attaccati alla parete tramite una sbarra di ferro. C'era scritto: "I quattro danari".
    Prima che il ragazzo potesse risponderle si voltò, abbassandosi, e si avvicinò alla finestra più laterale per dare una sbirciatina, ma i vetri opachi per la sporcizia le permisero di vedere ben poco: il locale era illuminato e diverse figure offuscate si muovevano in continuazione; poteva però sentire bene il vociare allegro di quelle persone e il calore che proveniva dall'interno.
    Si rialzò in piedi e senza nemmeno chiedere un parere all'altro si diresse verso la porta, facendogli cenno di seguirla con la mano.
    < Venite, abbiamo trovato il posto che fa per noi. >
    Afferrò con la mano destra la grossa maniglia rotonda di ferro e spinse.

    La portà si aprì cigolando rumorosamente, ma le voci, o meglio, le urla di tutta quella gente lì dentro ne coprirono il suono. La ragazza entrò, sicura che Eltas l'avrebbe seguita, ed osservò l'ambiente attorno a sé: da fuori il locale sembrava decisamente più piccolo e non si era resa conto di quanta gente vi fosse all'interno. Le pareti e il soffitto erano di pietra, attraversati da grosse travi di legno scuro, dall'aspetto decisamente migliore rispetto a quello esterno; il pavimento e la mobilia invece erano di un legno più chiaro, semplice e non troppo ornato: tavoli grossi e rotondi, circondati da uomini di tutti i tipi che chiacchieravano tra loro e bevevano dai loro boccali, seduti su piccoli sgabelli a tre zampe; dietro di essi un grosso e lungo bancone, con sgabelli più alti e quadrati e ancora più indietro uno scaffale imponente pieno di bicchieri e bottiglie, con qualche botte di legno sulla sinistra.
    In mezzo a tutto quel fracasso e quella gente, l'oste fu l'unico che le rivolse uno sguardo interessato: era basso e ben piazzato, con capelli e barba marroni molto lunghi, dall'aspetto un po' rozzo e i vestiti macchiati dal cibo e dalle bevande, probabilmente un nano. Tutto in quel posto sembrava sporco e sudicio, cosa molto comune nelle vicinanze di un porto di una grande città come quella, pensò.
    Genevieve proseguì dritta, con l'intenzione di andargli a parlare, e si sedette su uno degli sgabelli di fronte a lui. Provò ad ordinare qualcosa, ma per la confusione si trovò costretta ad urlare.
    < Oste! Dell'idromele per favore! >
    Sapeva che bere durante il lavoro non era la cosa più giusta da fare, ma doveva mostrarsi come una viaggiatrice abituata a quel genere di cose.
    < Allora... Che novità ci sono in giro? Come vanno le cose in città? >
    Solo a quel punto si ricordò del suo compagno e si voltò in cerca del suo volto tra la folla.

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    Edited by ¬K a h ø r i - 23/11/2015, 09:07
     
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  12. The Scarecrow
     
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    Genevieve



    Il tuo compagno fa per rispondere alla tua domanda, ma vedendo che sei impegnata ad osservare una taverna sul lato della strada, si interrompe, capendo che non è il momento più opportuno. Ti segue all'interno, sedendosi alla tua destra, rivolgendosi innanzitutto all'oste, non appena questi sposta la sua attenzione da te, che hai appena ordinato, a lui.

    Lo stesso per me, grazie.

    Annuisce alzando leggermente la mano destra come per sottolineare la propria ordinazione, per poi tornare a rivolgersi nuovamente a te.

    Non vi sono motivi particolari. Mi trovavo in viaggio verso Parigi per far visita a mia madre, quando ho sentito le voci che parlavano di quest ladro. Ho pensato che un po' di soldi non guasterebbero, potrei addirittura presentarmi con un regalo per lei!

    Abbozza un mezzo sorriso, guardando il bancone con aria malinconica, quanti anni saranno che non vede sua madre? Dallo sguardo che ha sembrerebbero troppi.
    Dopo alcuni attimi di silenzio, riporta lo sguardo su di te, ora libero di ogni sentimento negativo ma visibilmente curioso.

    Voi invece? Cosa spinge una fanciulla a cacciare ladri?

    Mentre ti pone questa domanda, l'oste è tornato coi vostri boccali e li posiziona fra voi due. Non torna però al lavoro, posa invece le tozze mani sul bancone, guardandoti.

    Oh, capisco. Quindi è per questo che mi avete chiesto se vi fossero novità in città. Siete interessata al ladro ed alla ricompensa di Lejenne, dico bene?

    Alcuni degli uomini più vicini, sentendo ciò che dice l'oste, si girano per osservarvi, facendo una strana smorfia prima di tornare a ciarlare fra di loro e ridere.
    L'oste, vedendo ciò, si lascia scappare una risata.

    Mi spiace dirvelo signorina, ma fareste meglio a rinunciare. Catturare quell'individuo è un'impresa impossibile, se sono i soldi ad interessarvi fareste prima a diventare una ladra voi stessa!

    L'oste è chiaramente convinto che l'impresa sia oltre la vostra portata, ma almeno sembra disposto a continuare a parlare, in quanto non si muove, continuando a guardarvi.


    Josh



    L'ometto ascolta le tue parole, annuendo quando gli esponi i tuoi dubbi sull'idea del cacciatore.
    Sentendo la tua ultima frase, muove lievemente il capo in un segno di negazione.

    No. O meglio, non ha colpito me, ma un paio di questi signori hanno avuto la sfortuna di essere sue vittime. Ciò che dite riguardo al fatto che potreste non essere in grado di acciuffarlo è vero, ma tenete conto del fatto che fino ad ora nessun cacciatore vi ha provato, in quanto hanno sempre voluto occuparsene le autorità. È incredibile come l'orgoglio di questi elfi si mostri anche in casi del genere.

    Sospira, scuotendo leggermente il capo con gli occhi chiusi, prima di continuare il proprio discorso.

    Quindi fino ad ora nessun cacciatore ha avuto modo di provare. Voi sareste il primo, di conseguenza non possiamo sapere come andrà a finire finchè non provate, no? Riguardo alla locazione della casa di Lejenne...
    Posso accompagnarvi io, se lo desiderate.


    Prima che il mercante possa darti le indicazioni che cerchi, un biondo giovane si fa avanti dal gruppo di mercanti, prendendo la parola.
    Vedendolo, un sorriso si fa strada sulla faccia dell'ometto.

    Oh, il signorino Arnau. Siete sicuro non sia un problema per voi?
    Assolutamente. Stavo giusto pensando di tornare a casa, passare per la magione di Lejenne non allungherebbe il tragitto di molto.
    Perfetto! Quindi possiamo lasciare questa questione in mano a voi baldi giovani?
    Certamente! Piuttosto, signori miei, fareste meglio a tornare a casa. L'ora si sta facendo tarda e non vorrei che veniste attaccati da qualche ladruncolo da quattro soldi in un qualche vicolo buio.


    Sentendo il suggerimento del giovane, il mercante ridacchia, visibilmente divertito e d'accordo col ragazzo.

    Avete proprio ragione! Bene, signor Wollstallen, staremo in attesa di notizie della cattura del furfante, buona fortuna!

    Dopo aver detto ciò, solleva leggermente il copricapo in segno di saluto e si avvia assieme al gruppo di mercanti verso una strada deserta.
    Rimanete quindi solo tu ed il giovane biondo, che dopo aver osservato per un attimo il gruppo di uomini allontanarsi, posa gli occhi azzurri su di te.
    Dall'aspetto sembrerebbe un umano, alto e slanciato, dal fisico che non sembra debole, ma allo stesso tempo più aggraziato della montagna di muscoli che ti ritrovi tu.

    Permettetemi di presentarmi, il mio nome è Arnau De Pienne. Non sono un mercante, sto ancora apprendendo il mestiere da mio padre. Spero non vi dispiaccia se ho preso la decisione di accompagnarvi. Da questa parte, prego.

    Il giovane ascolta qualunque cosa tu abbia da dire, mentre si incammina verso la direzione opposta da quella presa dai mercanti.
    Se dovessi seguirlo, ti ritroverai ad attraversare la città di Marsiglia, proprio mentre questa cambia dal giorno alla notte. Avrai quindi modo di osservare come da città piena di gente e merci passi ad una città completamente vuota con nessuno lungo le strade. Durante il viaggio, il giovane Arnau fa ogni tanto dei commenti riguardo alle varie merci esposte ed ai vari mercanti, dimostrando di essere un ragazzo in gamba, nonostante egli stesso abbia detto di star ancora imparando.
    Come puoi ben capire, il tragitto vi porta quindi via non poco tempo, facendovi infine arrivare di fronte ad un grosso portone in legno, posto in una muraglia alta una dozzina di metri, a protezione di quella che dovrebbe essere la magione interessata.
    Nella grossa porta puoi notare che ve ne è una più piccola, costruita in basso a sinistra, con un batacchio sopra di essa, probabilmente dietro di essa vi è un servitore pronto a ricevere gli ospiti.

    Bene, siamo arrivati.

    A quanto pare, ti manca poco per conoscere il tuo datore di lavoro.


    CITAZIONE
    Scusate se ho impiegato un po' più del solito a rispondere, ieri ho avuto poco tempo che ho preferito dedicare al post per FOTD, dato che altrimenti avrei fatto ritardo :t.t:

    Per quanto riguarda la parte per drago, non mi era ben chiaro in quale parte della giornata avessi fatto avvenire il tuo incontro coi mercanti, quindi ho cercato di "resettare" l'orario :sisi: se ho scritto qualcosa non in linea con quanto avevi pensato, dimmelo che modifico!
     
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  13. ¬K a h ø r i
     
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    Eltas si fece largo tra la folla e si sedette accanto a lei, ordinando anche lui dell'idromele e riprendendo la conversazione da dove l'avevano interrotta.
    < Non vi sono motivi particolari. Mi trovavo in viaggio verso Parigi per far visita a mia madre, quando ho sentito le voci che parlavano di quest ladro. Ho pensato che un po' di soldi non guasterebbero, potrei addirittura presentarmi con un regalo per lei! >
    Si era quasi dimenticata di avergli rivolto delle domande personali prima di entrare nella locanda, ma si mostrò comunque interessata alla sua risposta: era un bravo ragazzo in fondo, un viaggiatore capitato lì per caso proprio come lei, che aveva colto quell'occasione al volo.
    Le abbozzò un mezzo sorriso ed iniziò a fissare il bancone, probabilmente perso nel ricordo della sua figura materna e della lontananza che da tanto tempo li separava. In quel momento al posto di un vampiro a caccia di un ladro, lei vedeva un bambino triste e solo, con tanta voglia di riabbracciare quella persona a lui tanto cara e provò tanta tenerezza nel vederlo così.
    < Voi invece? Cosa spinge una fanciulla a cacciare ladri? >
    La ragazza si apprestava a rispondere alla sua domanda, quando l'oste arrivò con i boccali e li posò tra i due, interrompendo bruscamente la loro conversazione: appoggiò le mani sul bancone ed invece di tornarsene a lavoro la fissò con sguardo severo e si intromise senza preoccupazione alcuna.
    < Oh, capisco. Quindi è per questo che mi avete chiesto se vi fossero novità in città. Siete interessata al ladro ed alla ricompensa di Lejenne, dico bene? >
    Quel dannato ragazzino ingenuo: non poteva continuare ad aprire bocca senza pensare! Ma ormai la frittata era fatta.
    < Si, bé, veramente vorrei sapere se... >
    Genevieve si interruppe e la sua espressione cambiò immediatamente quando alcuni uomini vicino a loro, che avevano ascoltato quella parte del discorso, si voltarono e si misero a ridere, per poi tornare alle loro chiacchiere e a bere.
    Eccola lì che tornava, la superbia degli uomini: solo loro sapevano essere duri e forti quanto serviva, solo loro potevano combattere fino allo stremo delle forze, solo loro erano in grado di compiere missioni ardue. O almeno era questo che credevano. Ma lei ormai era abituata a certe scene e non si fece intimorire, anzi, iniziò a ridere piano piano, a bocca chiusa: non avevano la minima idea di chi avessero vicino. Anche l'oste si emise una fragorosa risata e continuò imperterrito col suo discorso.
    < Mi spiace dirvelo signorina, ma fareste meglio a rinunciare. Catturare quell'individuo è un'impresa impossibile, se sono i soldi ad interessarvi fareste prima a diventare una ladra voi stessa! >
    La vampira si aspettava che quell'uomo se ne andasse, invece restò lì, continuando a guardarli impassibile, come se volesse metterli alla prova prima di dar loro ciò che stavano cercando.
    Voleva una dimostrazione di ciò di cui era capace? Voleva uno spettacolo? Molto bene, lei era pronta ad offrirglielo.

    Bevve un sorso dal suo boccale, con aria indifferente, rivolse al suo compagno uno sguardo d'intesa, per fargli capire di lasciarla fare e poi guardò l'ometto gelidamente, come avrebbe fatto un assassino con la sua vittima, mostrando i lunghi e candidi canini e sogghignando.
    < Quindi vorreste dirmi che tutti quelli che si trovano in questo locale sarebbero più capaci di me? Perché da quanto ne so quel ladro agisce, colpisce e compie furti su furti, ma nessuno l'ha ancora catturato, sbaglio? E si è beffato anche delle guardie, grandi uomini dalle armature possenti, ma incapaci di fare qualcosa al riguardo, sbaglio? E non è fors'anche vero che tutti i mercanti di questa città vivono col terrore di essere le sue prossime vittime? >
    Fece una pausa, distolse lo sguardo e si alzò, iniziando a girare per i tavoli: cercò con lo sguardo e quando si fermò, afferrò un coltello che si trovava vicino ad un uomo, probabilmente con cui aveva appena cenato, iniziando a rigirarselo per le mani, dando mostra della sua abilità nel maneggiarlo. Mentre tornava al bancone, lo lanciò in aria e fu in quel momento, mentre l'attenzione di tutti era concentrata su quell'oggetto volante, che infilò l'altra mano nella tasca di un uomo, prendendo due danari; poi, nel riprendere al volo il coltello fece un mezzo giro, ritrovandosi faccia a faccia con tutti i presenti, che la guardavano ormai con aria molto sorpresa.
    Si rimise quindi a sedere e continuò la recita, con un tono ancora più deciso e minaccioso.
    < Voi sapete come si uccide un uomo, signore? No? Bé, posso spiegarvelo io. In realtà ci sono vari modi, ma quello più veloce e sicuro è recidere la carotide del proprio obiettivo. In questo modo non potrà più parlare o urlare per chiamare aiuto e il suo sangue sgorgherà ad una velocità tale da farlo morire nel giro di qualche secondo. Inoltre, l'espressione che avrà in viso sarà un ricordo memorabile. >
    Smise di giocare con la posata e la sbatté fermamente sul legno con un tonfo, infilzandola per la punta e tornando a guardare l'oste fisso negli occhi, senza mostrare un briciolo di paura o timore.
    < Io sono una signora, questo è vero, ma è proprio l'essere sottovalutata dalla maggior parte della gente che mi rende le cose facile in certe situazioni. Capisce cosa intendo? >
    Calzò particolarmente sulla parola "signora", per far intendere all'uomo che aveva sbagliato tutto sul suo conto, perfino la sua età.
    Si sistemò una ciocca di capelli e poi sollevò il pugno sinistro, aprendolo e lasciando cadere le monete prese prima, che rotearono e tintinnarono fino a fermarsi. Indicò il tipo seduto alle sue spalle.
    < Queste sono del signore, restituitegliele per favore. Come potete vedere potrei già guadagnarmi da vivere rubando, ma non è questo che fanno le brave persone; al contrario, queste combattono l'ingiustizia, e io sono una di loro. Ora, sapreste dirmi qualcosa riguardo al ladro, o, ancor meglio, potreste indicarmi la strada per raggiungere il mercante Lejenne così da poterlo aiutare? >
    Conclusa la frase mise un braccio sul bancone e appoggiò la testa sulla mano, bevendo un altro sorso del suo idromele: il suo era stato un gesto abbastanza rischioso e plateale, ma sperava avesse dato i suoi frutti.

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    Annotazioni: spero di non aver commesso un'azione autoconclusiva nel rubare le due monete e di non aver sbagliato col talento, ma mi servivano solo per fare scena, nessun vantaggio pratico nel post.
     
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    FOOLY COOLY

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    Ascolta ancora una volta le parole del mercante, sebbene in quel momento da più conto al luogo in cui si trova questo Lejenne, ma non può nemmeno ignorare del tutto le informazioni che riceve. Annuisce non commentando, ma osservando un giovane arzillo entrare nella mischia. Il biondino sembra essere conosciuto e rispettato dai mercanti, questo Josh lo nota ma resta ancora impassibile davanti agli occhi di quest'ultimo. Saluta pero con un cenno del capo il mercante con cui ha chiaccherato fino a ora, che andandosene passa la palla a un'altro tizio.
    << Josh Wolstallen, piacere mio. >>
    Sembra quasi un gioco, ma non lo è. Cerca di reprimere la sua brutalità con la furbizia, cercando di aggraziarsi davanti agli occhi dei tizi che lo aiutano con uno scopo. Da una pacca sulla spalla dell'umano, facendolo un po sobbalzare sicuro, per poi dirgli di fargli strada. Cammina dietro a lui, ascoltando le parole che ha da dire il giovane mercante.
    << Se sei un mercante, o meno, non hai paura anche tu di essere borseggiato da qualche ladro? >>
    Fa scricchiolare le mani, mentre osserva con un movimento degli occhi veloci le sue armi, constatando come vi siano ancora. Ha poca fiducia in quel luogo ormai, da quel che hanno sentito le sue orecchie si è fatto più allerta attorno a se. Sicuramente Josh non è la miglior compagnia da desiderare, ma considerando che ormai la notte sta picchiando il giorno per prenderne il posto, avere un così minaccioso figuro alle spalle consente al giovane biondo di non aver molte preoccupazioni nel camminare per quelle losche stradine.
    << Non vedo il motivo per chiederle se sa altro su questa strana vicenda, ma se sa qualcosa in più potrebbe riferirmelo. >>
    Non ha molto da aggiungere ai suoi dialoghi con il biondo, aspetta solo risposte da quest'ultimo, non altro. Annuirà alle risposte. Dopo un po, raggiungeranno alla dimora di Lejenne. "Un bel ponno da spennare" la cosa che pensa Josh osservando la struttura da fuori, una simile sciccheria non si vede sempre. Fa un cenno di ringraziamento ad Arnau, per poi afferrare il batacchio della porta più piccola e sbatterlo sbadatamente con violenza.


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    Annotazioni: Nope, va benissimo l'orario che hai usato, infatti aspettavo di andarmene dai mercanti per dire che la notte stava arrivando.
     
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  15. The Scarecrow
     
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    Genevieve



    L'oste rimane in attesa di altre eventuali vostre domande, ma si ritrova invece con uno spettacolo improvvisato, che sorprende perfino il tuo compagno d'avventura.
    Nessuno apre bocca durante il tuo monologo, mentre un paio di ceffi, soprattutto quello a cui lo hai sottratto, sembrano leggermente irritati dal tuo gesticolare col coltello.
    Tornata al banco, l'oste ti guarda con aria di sufficienza mentre gli spieghi come uccidere un uomo, degnando il coltello infilzato nel bancone di un semplice sguardo distratto.
    Una volta che il tuo discorso è finito ed il silenzio è calato sul locale, il nano prende parola, non prima di essersi lasciato scappare un profondo sospiro.

    Signorina, avete frainteso. Non è un problema di abilità vostre, ma di abilità dell'individuo a cui volete dare la caccia. Guardate la realtà in faccia: l'intero corpo delle guardie cittadine non ha potuto fare nulla. Credete davvero che voi, da sola, potreste fare qualcosa? Lasciate che usi il vostro stesso ragionamento: state sottovalutando il vostro obbiettivo, rendendogli il lavoro più facile.

    Scuote leggermente il capo, mentre il silenzio riempie nuovamente il locale, unito alla crescente tensione percettibile fra gli avventori.

    Onestamente, non so cosa sia una "carotide", ma il modo più veloce e sicuro per eliminare un nemico è uno ed uno solo.

    Tira lentamente fuori da sotto il bancone una mazza ferrata agitandola leggermente di fronte a sè.

    Spappolargli il cranio. Avete mai avuto a che fare con un non-morto? No, non credo, non avete quel genere di luce nei vostri occhi. La luce di chi ha vissuto il terrore di affrontare uno di quei cosi. La luce di chi ha visto un corpo muoversi per uccidere, indipendentemente da quanto lo si danneggiasse.

    Ripone la mazza sotto il bancone, fissandoti in viso con sufficienza.

    Vi darò le informazioni che cercate. Sarà divertente veder crollare la superbia di una ragazzina spocchiosa. Oh, scusate, signora. A proposito, vostro marito sa di questa vostra gita?

    Le sue parole causano l'ilarità generale della gente presente, che se ne torna ai propri affari senza prestarvi ulteriore attenzione.
    Forse ha esagerato, ma la tua scenetta aveva attirato l'antipatia di un'intera taverna, il che porta a domandarsi cosa sarebbe potuto succedere se non avesse funto da valvola di sfogo.
    Stando alle sue indicazioni, la villa di Lejenne si trova nei quartieri a nord della città, dove i rilievi della zona cominciano a farsi sentire. Non sembrerebbe essere troppo distante dalla vostra locazione e, trovandosi in una zona con poche case imponenti non dovrebbe essere difficile da riconoscere, una volta avuta una descrizione di essa.

    Prima che ve ne andiate, gradirei comunque pagaste. Se quei soldi sono del signore, non posso certo prenderli come pagamento.
    Ah, a quello ci penso io.


    Eltas, che è rimasto in silenzio per tutto questo tempo, tira fuori qualche denaro da una tasca, lasciandoli sul bancone e ringraziando il nano delle informazioni ricevute, per poi dirigersi verso l'uscita.

    Se dovessi seguirlo, una volta fuori ti si rivolgerà con tono sconsolato.

    Per un attimo ho temuto il peggio... Non vi pare di aver esagerato?

    Qualunque cosa tu gli dica, comincerà comunque a camminare in direzione della villa, dopo essersi assicurato che anche tu sia intenzionata a dirigerti verso di essa.

    Ad ogni modo... Sembrate molto abile con i coltelli, dove avete imparato?

    A parte questa piccola domanda, non proferirà parola per tutto il tragitto, a meno che tu non gli domandi qualcosa.
    L'atmosfera notturna di Marsiglia lascia sicuramente sorpresi, ma per due vampiri come voi l'oscurità e la tranquillità devono essere un toccasana.
    Impiegherete circa quaranta minuti per raggiungere la vostra meta, ritrovandovi infine di fronte ad un imponente portone in legno incastonato in una muraglia, con una porta più piccola posta nella parte inferiore sinistra, munita di batacchio.

    Dalla descrizione data dovrebbe essere questa...

    Si avvicina titubante alla porta, utilizzando il batacchio.
    Dopo alcuni attimi, un rettangolo si apre in quest'ultima, lasciando uscire la voce di un anziano.

    Chi va là?


    Josh



    Il tuo giovane accompagnatore ridacchia sentendo la tua domanda. È una risata leggera, genuinamente divertita.

    Oh, non preoccupatevi, non sono un militare ma credo di saper badare a me stesso.

    Così dicendo scosta leggermente il mantello, lasciando intravedere il pomolo di una spada appesa al suo lato destro.
    A quanto pare non hai a che fare con il figlioletto viziato di un mercante qualsiasi. Il semplice fatto che non avesse con sè qualcuno per proteggerlo dovrebbe essere sufficiente a dimostrarlo.

    È dovere di ogni gentiluomo imparare a difendersi.

    Alla tua domanda riguardo eventuali informazioni aggiuntive, si fa scuro in viso e scuote leggermente il capo, facendo danzare i lisci capelli.

    Mi spiace deludervi, ma nonostante mio padre sia stato una vittima, non ho nulla di utile da comunicarvi. Quando è accaduto il fatto son riuscito a vedere di spalle il colpevole, ma era incappucciato ed è sparito non appena ho distolto lo sguardo da lui per un attimo.


    Alla magione, passano alcuni attimi prima che dalla porta arrivi qualsiasi segno di vita. Un piccolo rettangolo, probabilmente usato dalla guardia per controllare chi si trovi davanti all'ingresso, si apre, lasciando uscire la voce di un anziano.

    Chi va là?
    Arnau De Pienne, sono venuto a far visita al signor Lejenne.
    Oh! Signorino De Pienne, le apro subito!


    Il rettangolo si chiude, lasciando il posto ad un rumore metallico proveniente da dietro la porta, segno che un catenaccio sta venendo tolto.
    Dopo pochi attimi, la porta si apre lasciando il posto ad un vecchietto che, vedendoti, sussulta.

    S-signorino De Pienne, questo chi è?
    Un giovane interessato ad aiutare il signor Lejenne.


    Il vecchietto ti squadra da testa a piedi, leggermente impaurito, ma vedendoti in compagnia di una faccia conosciuta in quella casa, vi lascia entrare, richiudendo la porta ed iniziando a camminare verso la villa.
    Vi farà quindi strada attraverso il giardino che si trova fra il portone d'ingresso e l'edificio principale. A causa dell'oscurità si può vedere poco, ma potrai comunque notare le sagome di varie siepi e fontane, sparse qua e là senza un apparente ordine vero e proprio. In lontananza, vicino al muro che si trova alla tua destra, potrai inoltre notare uno strano capanno, rassomigliante una scuderia.

    Mi avete sorpreso, non vi aspettavamo.
    Scusi il disturbo, son venuto con l'intenzione di mostrare la strada al mio amico qui presente, ma a metà via ho pensato di fermarmi per un saluto.


    Salita una breve scalinata, entrate infine nella casa del tuo futuro datore di lavoro.
    L'ambiente è scarsamente illuminato, salvo una flebile luce proveniente da una stanza sulla sinistra. Stanza dentro la quale il vecchietto vi invita ad accomodarvi, mentre egli andrà a chiamare Lejenne.
    Se vi entrerai, troverai una stanza coi muri in pietra, con due grosse finestre presenti sul muro alla tua sinistra e quello direttamente in fronte a te, svariati arazzi sono invece appesi alle pareti rimanenti, rappresentanti battaglie o leggende appartenenti a chissà quale mitologia. Potrai inoltre vedere un camino, unica fonte di luce e calore presente e qualche poltrona posta di fronte ad esso. Al centro della stanza vi è infine un lungo tavolo, con diversi candelabri spenti.
    Nell'attesa, Arnau prende una delle candele e, accesa grazie al fuoco del camino, inizia silenziosamente ad accendere i candelabri.

    Dopo alcuni minuti, un individuo dalle vesti eleganti fa la sua comparsa, accompagnato ed annunciato dal vecchietto di prima, che se ne va non appena pronunciate poche e semplici parole.

    Il signor Lejenne è qui.

    L'aspetto del mercante in questione ti lascerà probabilmente sorpreso: è un orco. È alto, raggiunge forse il metro e novanta d'altezza, e le zanne tipiche della sua razza sono particolarmente grosse ed acuminate.
    I vestiti eleganti ed i capelli lisci ed ordinati sono estremamente in contrasto con la sua stazza ed il suo aspetto fisico, ma sfortunatamente (o fortunatamente) per te la comicità dell'individuo non si ferma qui.
    Raggiunge il massimo nel momento in cui apre bocca.

    Avnau, mio cavo, che bello rivedevti!

    Tralasciando il modo di parlare, la sua voce è esageratamente dolce ed acuta per appartenere ad un maschio, tanto meno ad un orco.
    Mentre Arnau si lascia sfuggire un sorriso divertito ed improvvisa un inchino per salutare, l'orco sposta il suo sguardo su di te, squadrandoti da testa a piedi con uno strano sguardo.

    Uh. Con chi ho il piaceve di discovveve?


    CITAZIONE
    Edit: ho corretto un errore di battitura


    Edited by The Scarecrow - 27/11/2015, 23:04
     
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