In Fuga da Costantinopoli

[Zeno e Aisha (Ìdr'Àshlan)]

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    Saul X

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    Il mio covo segreto, ovvio no?

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    7 Aprile; Belgrado


    La fiorente città fortificata di Belgrado è situata alla confluenza del Sava e del Danubio, agli estremi del Regno della Notte, costruita su di un rilievo che sorge fra i due, conferendole un'elevata importanza strategica militare e diplomatica; la sua posizione al confine con l'Impero Bizantino, infatti, fa da nucleo per il transito di merci ed emigranti tra i due regni, oltre che fornire un'ottima postazione per l'arruolamento di truppe, dato il gran numero di individui che l'attraversano in entrata e in uscita.
    Dalla popolazione intorno ai centomila abitanti, la grande città è in vita ed energizzata a tutti gli orari della giornata, essendo una fetta di popolazione composta da Vampiri (e di essi, una buona parte compone la nobiltà del posto); per tale motivo, se di giorno è possibile incontrare per le strade un gran numero di razze, di notte sarà invece facile imbattersi nei Signorotti del luogo o in altri cittadini notturni dediti a molti altri compiti per un funzionamento efficiente ad ogni ora del giorno.

    Ben lungi dall'essere un'agglomerato di pace, Belgrado è travagliata dai problemi comuni a tutte le grandi città, amplificato dal flusso di emigranti disperati che fanno di tutto per cibo e denaro; il reggente Radoslav, ultimo discendente della casata di Vampiri che gestisce il luogo dagli ultimi secoli, è pertanto sempre impegnato in precise e difficoltose manovre diplomatiche coi vicini Bizantini, per monitorare il via vai di fuggiaschi tra un regno e l'altro.
    Nel complesso però la cittadina si rivela essere piacevole ed accogliente verso i nuovi venuti, grazie al senso di sicurezza dato dalle mura erette sul confine della stessa.

    Questo è il luogo dove Fratello e Sorella giunsero per la prima volta mentre erano in fuga dal luogo che troppo a lungo li aveva reclusi.
    Era notte quando finalmente misero piede all'interno della cinta muraria dell'abitato, dopo che una coppia di guardie li aveva controllati velocemente, troppo concentrate su di una loro discussione personale per notare se i Due avessero mai avuto qualcosa di strano.

    Le strade si dipanavano semi-deserte di fronte ai Due, l'unico movimento dato dai pochi nobili che abitavano il luogo in queste ore, spostandosi in piccoli gruppi di tre persone al massimo, e dai mercanti e gli avventori notturni che mantenevano in vita la città anche di notte..
    Forse erano finalmente al sicuro?
    Certo era che quel luogo sembrasse abbastanza lontano perché nessuno li avesse seguiti (chi poi?), per cui si sarebbero potuti forse permettere di fermarcisi per un po'. Avrebbero solo dovuto trovare un posto dove stare, qualcuno che li ospitasse o che desse loro qualcosa da fare per guadagnarsi il pane da mangiare.

    La città era avvezza all'arrivo di nuovi cittadini non registrati, per cui non sarebbe stato difficile per i Due trovare degli edifici appositi che fornissero a coloro che ne avessero bisogno un vitto ed un alloggio momentaneo, e chissà, magari anche qualche lavoretto.
    Se i Due fossero rimasti nella città fino al giorno seguente, l'avrebbero vista trasformarsi completamente sotto i loro occhi, passando dalla quiete e quasi reverenziale atmosfera notturna, ad una più allegra e vitale diurna, abitata non dai Vampiri de luogo, ma da coloro che ne erano veramente parte, ovvero il popolo "comune", di ogni razza che si potesse immaginare.

    Col venire del giorno, avrebbe ammirato i numerosi edifici animarsi di vita: mercati, osterie, abitazioni e persino le chiese sembravano acquisire colore ed energia sotto i raggi caldi del sole; nessuno avrebbe badato a loro, né avrebbe dato idea di dare pensiero alla strana Coppia.

    Che fosse il luogo perfetto dove fermarsi? O non avrebbero mai lasciato indietro quanto fatto a casa?


    CITAZIONE
    Ditemi se vi intriga quanto scritto. Sono disposto a cambiare qualcosina se male si sposa col vostro BG <anche se me li son letti apposta per evitare problemi :look: >

    E sì...siete liberissimi di agire come preferite. La città è a vostra disposizione, ho cercato di darvi qualche spunto per ampliare un po', e sono disposto a seguirvi magari per i primi due post, ma penso che dopo saprete cavarvela da soli. Mi rifarò vivo alla fine e in caso di un eventuale combattimento.
    Have fun :sisi:

    p.s. in seguito ad alcune correzioni da parte di C;B, ho alterato leggermente il testo. Nulla di eccessivo, ma per sicurezza rileggetevelo :sisi:


    Edited by Master Sephiroth - 8/1/2016, 19:39
     
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    “Oh, fratellone! Lo senti anche tu, vero? È un canto così seducente...”

    Mormora Asla continuando a fissare il ciottolato della strada che si estende per decine di metri davanti a loro, ma al contempo avvicinandosi con la sua spalla a quella alta e possente del parente ed amante. Lui sa di cosa sta parlando: è successo raramente dato che la possibilità di vedere il cielo stellato non è stata data loro quasi mai, ma non è la prima volta che la sua sorellina fragile mostra segni di allucinazioni ed altre follie. Già, perché per le strade di Belgrado nessuno sta cantando, in questo momento.
    "Le stelle! Le stelle lo stanno facendo!", griderebbe in tutta risposta lei se qualcuno glielo dicesse. Quella nella sua testa è la voce delle stelle, misteriosa e suggestiva, e lei l'ascolta rapita col naso all'insù ed un sorriso fanciullesco sulle labbra, mentre continuano a camminare dopo aver varcato da poco le porte d'ingresso della roccaforte.


    “Continuano a cantare!

    ...È questa la città per voi / Piena di bestie e di buoi...
    ...Carne da macello, carne da monta / Sempre è stata la loro tomba...
    Scappan dalla tua ombra / Ma non prenderla come un'onta...
    Anzi muoviti silente, muoviti svelta / Giacché la testa è già divelta,
    E presto ti cercheranno con la torcia / Per metterti a loro volta alla forca...
    Ma la via è illuminata dalla Luna / è il sentiero che ti porterà fortuna...


    Sì, è questa la direzione giusta, fratello mio amato: l'unico modo per ottenere la libertà.”


    Canticchia "riportando" quello che secondo lei è il testo con le rime siderali, mentre stringe le sue braccia fini attorno a quello nerboruto dell'uomo al suo fianco, come liane attorno ad un tronco.
    Profezie? No, piuttosto desideri di sangue, neanche troppo latenti.
    Per fortuna che c'è Zeno a proteggerla dalle conseguenze dei suoi istinti da serial killer...



    Edited by Dr. Zaho - 13/1/2016, 21:26
     
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  3. Qrow
     
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    Belgrado
    Vie della Città



    Morg

    No, non ha proprio nulla da dichiarare Zeno, mentre si fa perquisire dalle guardie. Aveva preparato così dire in caso gli avessero chiesto di srotolare il fagotto contenente lo spadone che custodisce tanto gelosamente, ma non ve n'era stato il bisogno. Il viaggio era stato duro, ma ce l'avevano fatta, erano sopravvissuti sino al primo grande insediamento oltre Bisazio e da lì, spera, potranno cominciare a guadagnare un po' di soldi per... per... .

    Zeno: "Aisha..."

    Borbotta roteando gli occhi il fratello maggiore, mentre la sorella si diletta in un canto solitario, precedendolo per le vie di Belgrado. Il suo canto è delicato, almeno quanto la sua abilità con la mazza violenta e la sua immaginazione fertile. Non fertile come la si chiamerebbe di un fanciullo o di un artista, quello sarebbe potuto essere la loro stella non li avesse scagliato sulla terra alla mercé di quel porco del loro padre... porco a cui lei aveva sfondato il cranio con le sue mani. Quella ragazzina che ora, sembrerebbe, senza un problema al mondo sta cantando felice e spensierata per i notturni delle strade della metropoli dei Balcani, riempiendo le vie della sua voce. Il fratello ghigna, assecondandola a suo modo e passandole una mano sui capelli e massaggiandole il palco orgoglioso di corna.

    Zeno: "... massì continua a cantare, magari ci faranno la grazia di un po' di soldi in un'osteria. Hai fame?"

    Sì, forse la sua Zweihänder non era la cosa peggiore potessero trovargli addosso. Quella piccola assassina, sì, lei era la cosa più pericolosa portasse con sé. Per fortuna di entrambi. Sta avendo un altro attacco allucinatorio, eppure non sembra violento, né particolarmente lesivo per la sua psiche. Sta solo cantando, sembra contenta e serena ed a Zeno, dopotutto, va bene giusto accarezzarle la chioma fulva per assecondarla. Non gli costa nulla, almeno così non penserà a tutto ciò gira intorno loro.



    Edited by Qrow - 1/3/2016, 05:12
     
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    "... massì continua a cantare, magari ci faranno la grazia di un po' di soldi in un'osteria. Hai fame?"

    Dice lui ghignando e coccolandole la testa. Ogni tocco delle sue forti dita tra i suoi capelli di seta e le solide corna è come estasi liquida che le cola addosso, inebriando i suoi sensi e facendole scorrere brividi lungo la spina dorsale.

    “Mmm...! Fame di te...”

    Risponde trasognata mordendosi le labbra, chiudendo le palpebre ed innalzando le sopracciglia, sciogliendosi in un paio di movimenti che paiono quasi usciti da una sorta di danza lussuriosa.

    “...E di un cosciotto d'agnello!”

    Esclama d'improvviso sbarrando gli occhi tutta esaltata, mentre batte le mani tra di loro in maniera giocosa e fanciullesca. I suoi cambi d'umore repentini sono normali, così come l'effusione successiva che tenta di compiere voltandosi verso il volto del fratellone, con la mazza flangiata che tintinna per il colpo d'anca della giravolta.

    ...

    I due individuano facilmente un'osteria a pochi passi grazie all'insegna ed alle luci ancora accese: le altre case, abitazioni private, sono chiuse e buie per permettere ai proprietari di dormire, ovviamente. Aisha cede il passo al fratello: adora quel sentirsi protetta dalla gente comune, che scruta con vivido interesse stando alle spalle di quell'effetto-armadio che genera Zeno. Lei non ha veramente dei problemi con le persone, non sarebbe indifesa nemmeno in una situazione di pericolo, eppure il contatto umano le dà una certa ansia paurosa -reminiscenze e traumi dovuti al padre, probabilmente- a cui reagisce con violenza. Violenza che scarica sulla gente fonte di angoscia. Per questo motivo preferisce rifugiarsi dietro la figura di quel giovane uomo: è una barriera inibente nei confronti del mondo cattivo ed al contempo un mondo rassicurante che non ha le sue stesse difficoltà a fare il lavoro "sporco", ovvero appunto dedicarsi all'interazione umana seppur basilare e superficiale, quel tanto necessario per sopravvivere.
    No, lei preferisce stare dietro di lui, a sbirciare coi suoi occhietti vispi ed il suo sorrisino malizioso, come fosse protetta da una botte di ferro.

     
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